lunedì 28 ottobre 2019

Allena la tua mente

ALLENA LA TUA MENTE

C ‘è voluto un bel po’ di tempo prima che imparassi nuovamente “l’arte del pensare”, oggi è così che definisco il mio dialogo interno.
Da qualche parte ho letto che il sub inconscio non è molto ironico è prende per buono tutto ciò che pensiamo.
Reindirizzare una mente ansiosa e permalosa richiede impegno, amore e rispetto verso se stessi.
I primi tempi quando il mio psicoterapeuta mi diceva di ripetere ad alta voce pensieri positivi, anche i più banali, non capivo l’utilità di ciò che mi stava dicendo, lo ritenevo stupido e quasi impossibile, gli dicevo che lo potevo fare ma tanto non lo sentivo dentro perchè io stavo male, me lo ripetevo ogni istante e così stavo tessendo una bella ragnatela nera, più lo ripetevo più me ne convincevo e più il mio umore e le mie sensazioni erano nefaste.
Oggi a distanza di tempo capisco profondamente il senso di quelle parole, se è vero che i pensieri sono solo una proiezione della realtà è anche vero che più ripetiamo a noi stessi pensieri negativi più finiamo con il crederci.
Sto imparando che quelle frasi, che un giorno ritenevo banali e senza alcun valore, sono il vero fulcro per cambiare realtà costruite sul nulla, ogni giorno quindi mi ripeto che sto bene, che il cielo è meraviglioso, che adoro fare qualcosa e mi proietto verso quell’immagine di me che più mi rappresenta solare e gioiosa. Mi ripeto tutte le volte che posso che sono serena e calma ed improvvisamente anche il mio corpo che prima era del tutto contratto segue le sensazioni che gli trasmetto con quelle parole.
Non passo più tutto il tempo a ripetere che l’ansia questo o l’ansia quello, cerco di non scandagliare più il mio corpo alla ricerca di un nuovo sintomo dell’ansia e presto più attenzione a tutto ciò che di bello c’è intorno a me.
Cerco di farlo ogni volta che posso, lo ripeto e lo ripeto perché è bello vedere il bicchiere mezzo pieno, torna la fiducia in se stessi e migliora l’autostima.
Immagino la realtà che vorrei e mi ci proietto dentro, i limiti esistono solo nella nostra testa non siamo obbligati a crederci. Oggi so cosa significa lasciare fluire i pensieri ma ancora di più ho imparato a nutrirmi di pensieri positivi che fanno bene alla testa al cuore ed all’anima.
Dovremmo provare tutti, alimenta ciò che ti fa stare bene, focalizza l’attenzione sul bello uno due cento mille volte e quella diventerà la tua realtà.

lunedì 23 settembre 2019

Ci sono risvegli e risvegli

La sottile linea che divide il mattino in: un buon risveglio Vs/ un cattivo risveglio.
L’iniziale è la stessa una M… che giornata di merda vs/ che giornata meravigliosa. Quanto conta la routine mattutina????
Ci rifletto da un po’ io sono quel genere di persona che la mattina si sveglia di cattivo umore da sempre. Detesto la sveglia, detesto alzarmi presto e si ammettiamolo, dopo vent’anni, detesto anche un po’ il mio lavoro di una monotonia estrema.
Come ben si capisce io sono una di quelle persone che al mattino esclamano che giornata di merda anziché che giornata meravigliosa, ed in effetti è così!!!!
Mi sveglio e mi chiedo ma come fanno quelle persone che si svegliano allegre di prima mattina canticchiando e con un bel sorriso stampato in viso anziché essere la controfigura di Hannibal Lecter.
Rimedi: me lo chiedo ogni mattina??? Apro gli occhi e quasi voglio che il mondo mi ringrazi per lo sforzo che sto facendo ad alzarmi dal letto, prepararmi, guidare senza uccidere nessuno, e recarmi con un finto sorriso in ufficio facendo finta di non odiare tutto e tutti, specialmente chi mi parla prima delle dieci, dieci e mezza… sacrilegio.
 Ok, ma come cambiare questo stato di cose???? Motivazione, impegno e cambio routine mattutina.
Ci provo da un po’. Come vorrei che fosse vs/ come realmente è.
Come vorrei che fosse: sveglia alle 6.15, festa ai miei adorabili cani, caffè, scarpe da ginnastica tuta, piccola corsetta, rientro, doccia, colazione, e dritti al lavoro in orario carica di buoni motivi.
Come realmente è. Sveglia alle 7.00, poi 7.10, poi 7.20 poi vaffanculo alla sveglia ed al sonno prepotente, maledizioni in tutte le lingue del mondo giusto per il fatto di essermi svegliata presto e di cattivo umore perché mi sono svegliata presto, mi trascino-  maledicendo il mondo - verso la cucina , preparo il caffè e accendo una sigaretta, di fare colazione non c’è speranza, io al mattino e già tanto se riesco a prendere il caffè… mi siedo in cucina e continuo a lottare contro il sonno sento che sta vincendo lui quindi mi butto letteralmente sotto la doccia chiedendomi ancora come fanno tutte le altre persone al mondo a svegliarsi ed avere la capacità di intendere e volere, iniziare a fantasticare verso il mio agognato traguardo - andare in pensione entro i prossimi due massimo tre giorni, altri vent’anni così mi uccideranno di sicuro -,  mi vesto mi trucco e mi do fastidio da sola e borbotto emettendo suoni per il borbottio, accarezzo i miei cani e capisco che ci sono anche altre forme di vita nel mondo, mi trascino in macchina continuando a chiedermi perché la mattina sono una di quelle persone che si svegliano male.
Ho provato a dirigermi verso ciò che vorrei, ho puntato la sveglia la sera prima alle 6.15 e preparato in modo premuroso il necessario per la corsa… risultato l’indomani mattina ho posticipato la sveglia …una, due, tre volte, così da far tardi per correre.
, ho pensato dai lo faccio domani e con fare fiero ho riposto le scarpe e la tuta, mi sono alzata maledicendo il mondo e scocciata per la mia poca forza di volontà.
Perché è così difficile cambiare abitudini se quelle che adottiamo da sempre non sono più funzionali?
Sebbene milioni di persone appartengono alla mia categoria Quelli del “he giornata di merda” io vorrei /voglio spostarmi verso l’altra categoria quelli del che giornata meravigliosa… eppure non riesco a trasformare questo pensiero in azione concreta … rimandandola al tempo del mai!
Dicono che scrivere serva a fissare gli obiettivi. Dai vi tengo aggiornati. Nel frattempo si accettano consigli.

martedì 16 luglio 2019

Pensiero positivo e canto delle sirene

Pensieri e pensiero
Si dice che le persone ansiose siano sempre (almeno mentalmente sull’orlo di un precipizio) ed è vero, la mente e gli stati d’animo si influenzano vicendevolmente in un flusso continuo di stati fisici e mentali che potrebbero ripetersi all’infinito.
Accorgersi di questo è già tanto, lavorarci costa fatica, però porta i suoi frutti.
Una mente abituata a pensare negativo è un po’ come guidare una macchina, la apri, sali, accendi il motore salvo poi accorgerti che non sei padrone della guida, al comando c’è un pilota automatico impostato per percorrere strade impervie, buie, i freni non rispondono ai comandi quindi lo schianto per arrestare questa inarrestabile corsa è quasi certo.
Riflettendoci basta correggere, poco alla volta, ma con costanza, tutto ciò che la nostra parte sabotante ci impone di essere, con gentilezza riportare lo sguardo ed il pensiero ad una realtà meno complicata e sicuramente più veritiera (il tutto mentre hai un groppone fisso allo stomaco che non va né su né giù).
E’ una correzione continua, stancante per certi aspetti, una lotta tra il :NON CELA POSSO FARE VS/ CERTO CHE CE LA FACCIO e se proprio siamo un po’ positivi ci aggiungiamo un bel sorriso… che si sa che noi ansiosi siamo avari di sorrisi … infatti si dice che quando ridi o sorridi per finta il tuo cervello che e’ stupido quanto quello del resto del mondo produce ugualmente gli ormoni della felicita’ - ecco perche’ il mio terapeuta mi dice di sorridere sempre … io però alle volte me ne scordo e mi uniformo al mio stato d’animo tetro e cupo senza un perché, brava io!!!
Se è vero, come è vero, che mente e corpo sono collegati, noi siamo in dovere verso noi stessi di influenzare i nostri stati d’animo e siamo in dovere di correggere i nostri pensieri quando riconosciamo che vanno oltre la realtà stessa distorcendo anche la più semplice delle situazione che in una mente ansiosa viene vissuta semplicemente come una insopportabile tragedia.
In questo percorso mi sono ritrovata, più volte, a sentirmi completamente pazza, ragionamenti contorti fatti tra me e me, una lotta tra la mia parte razionale che è sempre stata leggera e propositiva e positiva, e l’altra parte di me ansiosa e paurosa che una volta venuta allo scoperto, ovviamente, come tutti ben sappiamo, non porta a niente di buono, ma è così insistente.
E’ come il canto delle sirene terrificante ed affascinate allo stesso tempo e poi cadi nell’oblio.
Se siamo abbastanza coraggiosi da non farci spaventare dai nostri pensieri e conseguenti stati d’animo, metterci le mani e lavorarci, non è poi così difficile! E se si decide di fare questo percorso, senza l’aiuto di nessun farmaco, è inevitabile fare i conti “dal vivo” con tutto ciò.
Non cedere ed avanzare poco alla volta, vedere ciò che si è conquistato ed aggrapparsi a questo per andare avanti, e passo dopo passo ecco intravedere quella che tutti chiamano l’uscita dal tunnel.
Riconoscersi, conoscersi, ti porta ad essere consapevole e più sei consapevole più puoi lavorare su te stessa, è l’esperienza più bella e terrificante che un essere umano possa provare ma anche questa volta mi affido alle parole di chi dal tunnel nero è uscito per davvero e che narra di un qualcosa del tipo: “SE NE ESCE PIÙ FORTI DI PRIMA” e se lo dicono in tanti sarà vero. A me intanto mentre scrivo mi viene da piangere, comunque!!!
Quindi dovrebbe funzionare un po’ così:
VAI – FAI – RICONSIDERA – RIDIMENSIONA – RIATTRIBUISCI – TORNA, VAI – FAI – RICONSIDERA – RIDIMENSIONA – RIATTRIBUISCI – TORNA, FERMATI – PRENDI FIATO E DI NUOVO - aggiungendo a questo un sorriso ed un pizzico di positività fai quello che i farmaci ti consentirebbero di avere in molto meno tempo (in quanto acuiscono il senso di sconforto, di ansia e soprattutto modificano la chimica del cervello equilibrando nuovamente i neurotrasmettitori del buon umore – serotonina e company.
Ma se scegli di non prendere i farmaci?????
Allora credo si debba lavorare attivamente e sodo per far sì che ciò avvenga in modo naturale e nel frattempo non cedere al canto delle sirene. Adesso so cosa prova un equilibrista!!!
Al momento è solo stancante, il canto delle sirene è lì ti invita ad andare giù e tu sei così stanca che vorresti cedere ed invece NOOOOOOO, fanculo sirene, fanculo ansia e fanculo magone, dai che accendiamo un po’ di bella musica che la vita è la cosa più bella del mondo… viviamola con un bel sorriso!!!!

sabato 13 luglio 2019

Parliamone - parliamoci

Ciao visitatori del blog!
Mi piacerebbe poter scambiare due chiacchiere virtuali con voi.
Quindi quando leggete, se vi va lasciate un commento ( non importa se bello o brutto)
Un caro saluto a tutti❤

Trekking e vertigini si può fare


giovedì 11 luglio 2019

Resistenza al cambiamento

RESISTENZA AL CAMBIAMENTO
In ognuno di noi, in una fase di cambiamento, c’è un momento di stallo, definito resistenza. La resistenza è quell’insana abitudine mentale che ti fa rimanere aggrappato alla cosiddetta “zona comfort” cioè a tutto ciò che ti fa stare comodo nello spazio senza fare alcuno sforzo né mentale né fisico (nel mio caso dovrebbe essere sdraiata a letto a guardare il soffitto pensando e ripensando all’inutilità della vita vissuta in perenne stato d’ansia), e ciò avviene pur sapendo che questo schema mentale non è poi così sano.
Poniamo il caso che si voglia passare da un comportamento definito “A - non sano ” ad un comportamento definito “B – più sano” e che ci siano tutte le buone intenzioni nel volerlo fare, il coraggio, la voglia, la motivazione, quindi, ipoteticamente non dovrebbe essere poi così impegnativo giusto???
Ecco, diciamo che in teoria è semplice ma in pratica ho scoperto che è un pochino più complicato, tu dici si e il tuo cervello dice no, no ed ancora no.
Educare un cervello pauroso non è gioco da ragazzi. Ci vuole astuzia, ci vuole pazienza, ci vuole metodo e costanza, perseveranza.
 Nel mio caso è come se il mio cervello volesse, per cause a me ancora del tutto sconosciute, restare in “A”, ecco perché le mie vecchie, sane, buone abitudini sono difficili da RI-raggiungere.
A rifletterci è strano perché il cervello è mio e quindi dovrebbe essere semplice educarlo, manovrarlo, istruirlo… beh! ho capito che alle volte la situazione si può ribaltare e vuole essere lui a manovrare noi.
Ci sono tutta una serie di emozioni, in primis la paura, che come tutti ben sappiamo è una cosa del tutto irrazionale, che se non affrontata nel modo giusto ti affievolisce, ti annienta.
La paura è una delle emozioni più difficile da comprendere, da plasmare, da elaborare e da superare, così come il dolore, non puoi eliminarla con la forza di volontà, non ti puoi imporre di non provarla, l’unica cosa che puoi fare è passarci dentro e lasciare che il tempo le faccia perdere un po’ della sua maestosa potenza, senza che questo ti uccida.
Penso che le emozioni come il dolore e la paura, quando sperimentate insieme, siano un cocktail micidiale, ti impantani da solo nelle sabbie mobili e non sai perché ma soprattutto se non sei allenato (ecco perchè la psicoterapia è un bagliore di luce quando tutto ti sembra buio) non sai neanche come uscirne, si narra (visto che l’istinto ti porterebbe a combatterle) che devi solo accettarle e non volerle eliminare a tutti i costi, insomma viverle e vivere, possibilmente con un bel sorriso stampato in viso, una sorta di buon viso a cattivo gioco.
Ci sono persone che lungo questo percorso da “A” a “B” si fermano, si fa veramente tanta fatica, quindi, nonostante si sia percorso un breve – medio tragitto – si torna al punto di partenza “A” giustificando l’arresa come meglio si può, con frasi del tipo “sono fatta così”, “è troppo difficile”, “ci provo ma non ci riesco” ed infine la peggiore “questo è il mio carattere”.
Prima che questa strana fase di paura irrazionale mi colpisse, pensavo solo che fosse difficile andare a correre e smettere di fumare, tipo quei buoni propositi che ci mette in testa di raggiungere il 31 Dicembre come obiettivo per il nuovo anno e che puntualmente finiscono nel dimenticatoio il 6 Gennaio passate le feste.
MA QUANDO IL CAMBIAMENTO E’ NECESSARIO, VITALE, PERCHE’ NON CAMBIARE VUOL DIRE STAGNARE NEI MEANDRI DELLA TUA MENTE IMPREGNATA DI INUTILI PAURE CHE SI FA????
Ecco la domanda che mi accompagna da un po’ di tempo io voglio raggiungere la meta “B” la mia mente vuole restare in “A”.
Ho sentito dire spesso che il cambiamento è solo una questione di forza di volontà, cambio di prospettiva e di allenamento, ed è vero, ma anche di investimento quotidiano per abbattere la fase di resistenza.
Nella mia personalissima esperienza, diciamo che questa resistenza mi fa andare ai matti, è come voler spostare un tir che ha fuso il motore legandoselo alle spalle con una corda, l’immagine dovrebbe rendere l’idea!
Eppure ogni mattina mi alzo mi dò forza e vado, faccio tutto il contrario di quello che penso ed alle volte mi sento costruita, non spontanea, perché la paura mi rende rigida, chiusa, e con la sensazione perenne di essere inadeguata, si va bene, razionalmente so che non è così, cioè io i stimerei pure, anzi lo faccio, però lo faccio insieme a questa micidiale sensazione (appunto sensazione dalla quale non dovrei farmi condizionare) di uhmmmm DISAGIO.
Vedere il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto è sempre e solo una questione di scelte, io mi alleno ai pensieri positivi ogni giorni, il bicchiere lo voglio vedere mezzo pieno. Ci sono riuscita… beh ancora no, ma non demordo perché so ciò che sono e ciò che voglio continuare ad essere.
Sono le 11.20 e sebbene c’è sempre un bel po’ di tensione a farmi compagnia non è più quella di sue anni fa, di un anno fa, di una settimana fa e neanche quella di ieri, si cambia un po’ ogni giorno e credendoci anche questo giorno è già un giorno migliore di ieri. Quindi avanti tutta è come nel gioco del baseball avanzare sul terreno di gioco, in senso antiorario, su una serie di quattro basi, che sono posizionate agli angoli del campo di gioco, denominato diamante, durante il volo della pallina. Il punto finale di arrivo di ogni giocatore è lo stesso punto dal quale è partito, anche per questo detto casa base. Se riesce ad arrivare alla casa base prima di essere eliminato, il giocatore incassa un punto da assegnare alla propria squadra. Torno ogni giorno alla casa base con una consapevolezza diversa, nuova, incoraggiante e positiva, ogni giorno segno un punto per me!

martedì 9 luglio 2019

AAA CERCASI NUOVA ME

AAA … cercasi nuova me
Una delle situazioni più assurde che mi sono ritrovata ad affrontare dopo i miei quasi scomparsi attacchi di panico è stata la mia ansia generalizzata… e quando scrivo generalizzata lo intendo nel senso più ampio e purtroppo più “completo” del termine.
Leggendo qua e là… nella spasmodica ricerca di strategie… tecniche… miracoli… santoni… pozioni magiche… le parole che più mi hanno più colpito sono state:
- prima di mettersi le mani al collo per strangolarsi da soli… o sotterrarsi sotto il cemento bollente chiedersi: cosa diresti ad un amico in difficoltà, quali parole useresti per spronarlo senza farlo sentire ulteriormente peggio di come già si sente???
Sicuramente useresti parole gentili, positive, ti mostreresti comprensivo e disponibile… mica saresti un despota perfido e del tutto irragionevole del tipo o tutto e subito o non siamo più amici.
Trovo che lasciarsi attraversare dalle emozioni (perché alla fine di quelle si tratta) senza farsi inghiottire da esse o dai pensieri (per la stragrande maggioranza negativi e seriamente fantasiosi e fastidiosi) sia una delle cose più difficili da mettere in atto quando sembri un toro nel bel mezzo della corrida che vede solo quel maledetto pezzo di stoffa rosso, l’istinto ti frega, predomina, insiste… e tu che magari stai solo cercando di avere una semplice conversazione resti lì ferma e non assecondi il tuoi istinti primordiali del tutto errati in questo caso.
 Trovo questa tecnica di approccio con se stessi molto utile (ti tempra il carattere), soprattutto per una persona come me perfezionista ed intransigente verso tutte le emozioni definite erroneamente a questo punto “negative”, e per il mio modo di vedere la vita del tipo… non si può avere paura di cose stupide… non si può tentennare e non si può essere in ansia a meno che non ci sia un motivo che io ritenga ragionevole… tipo un cratere sta per abbattersi sulla mia casa … ma anche in quel caso io mi imporrei un certo self control… il mio rapporto con le emozioni credo sia da rivedere… bianco o nero… e se non si può … io devo mantenere questo maledetto self contro a costo di morire… sono una cretina lo so … quindi io dovrei fare un lavoro al contrario ammorbidirmi e non inferocirmi. E prova e riprova e prova e riprova alle volte un brava esce fuori. Non che il peso che mi sento addosso scemi… però sento che alle volte si allevia e mi trovo quasi divertente perché faccio casino per niente.
Tipo questo lo posso provare… questo assolutamente no… è irragionevole lo so… infatti una volta sperimentata quest’ansia pazzesca… comincio ad apprendere che forse ho un paio di cose da rivedere e che il personaggio che mi sono cucita addosso ad oggi non mi serve più.
 E’ strano sperimentare su se stessi emozioni che dirompono come un fiume in piena ma è altrettanto strano trattarsi come delle merde per il solo fatto di provarle, il punto non è cosa si prova in se, posto che nel mio caso è quasi una reazione del tutto involontaria (che spesso mi fa andare in bestia complicando notevolmente le cose ed il rapporto con me stessa) ma agire sulle reazioni ed eccomi tornare al punto 1 accettare ciò che si prova senza giudicarsi né giudicare.
Un altro esempio calzante che mi ripeto quando sto per esplodere / implodere … questo ancora non l ho capito…  è immagina di essere nelle sabbie mobili… l’istinto di sopravvivenza di imporrà di agitarti per cercare di uscire il prima possibile… invece l’agitarsi e scalpitare all’interno delle sabbie mobili ti porterà ad essere inghiottita … l’unica cosa da fare è… non agitarsi… muoversi con calma con piccolissimi gesti.
Ed ecco che è tutto chiaro “istinto contro raziocinio”… un mix di giusto equilibrio ed il gioco !
Ho imparato a mia spese che essere severi con se stessi il più delle volte non giova (questo non include l’evitamento … perché lì un bel calcio in culo non me lo toglie nessuno) però non posso neanche massacrarmi per tutto, quindi devo dire addio o arrivederci alla rosi perfettina tutta d’un pezzo e accogliere questa simpatica imbranata che sembra non sappia cosa fare… anche se alla fine riesce a fare come sempre tutto seppur in modo un tantino diverso.
Conoscersi a fondo è terrificante, imparare ad accettare parti di se sconosciute e chiedersi ma io non ero così.. ti disorienta , ti spaventa ti viene il terrore che potresti diventare la versione peggiore di te, eppure per potersi migliorare bisogna prima accettarsi, comprendersi e poi evolvere… come quelle persone che al liceo sono dei perfetti imbranati e poi negli anni si riscattano e diventano meravigliosi uomini o donne forti in grado di affrontare tutto e tutti, ma sono dovuti cadere per diventare la loro versione migliore.
Quindi, sebbene ad oggi, guardo a me con rammarico e rimprovero, proverò a fare un lavoro inverso, proverò a capirmi a comprendermi a darmi del tempo proverò a complimentarmi ed a prendermi cura di me, perché alla fine è con me che dovrò stare tutta la vita, e voglio volermi bene in qualsiasi versione di me io sia.
Sbaglio – riprovo – con un pizzico di entusiasmo in più.
Cado – mi rialzo .
Ogni giorno è un giorno nuovo per imparare per migliorarsi. Non sarà per sempre e tutto può essere reimpostato risolto migliorato. Bisogna darsi del tempo però … e la fretta in questi casi non è una buona alleata soprattutto quando hai un cervello che ti rema contro, la velocità e il voler fare passi da gigante non aiuta molto… uno perché ti agiti al sol pensiero… due perché sei già stressata prima di iniziare tre il tuo corpo produce tanto di quel cortisolo che già tenerti a bada è un miracolo.
Quindi leggo, applico e miglioro, anche se la cosa su cui puntare maggiormente è il dialogo interiore, quella sorta di guerra interna che in noi ansiosi perfezionisti è quasi inarrestabile, è come avere un giudice interiore che il più delle volte anziché complimentarsi ti fa sentire una sorta di ameba.
Così a piccoli faticosi passi miglioro un po’ alla volta, il rapporto con me, il rapporto con gli altri, la voglia di uscire ed il groppo alla gola… simpatico compagno di viaggio… che ti fa sentire come se da un momento all’altro dovessi finire in un precipizio non ben definito… ma la prospettiva cambia un po’ ogni giorno … così come questa maledetta paura di non farcela e stagnare per sempre in acque nere di fogna.
Ecco perché quando si è in ansia bisogna non correre e pensare ad un giorno alla volta… perché pensare al futuro con una mente proiettata verso una catastrofe non ben definita non agevola. Quindi un giorno alla volta, una difficoltà alla volta… con un pizzico di buona volontà, incoraggiamento e positività che dentro di me da qualche parte deve pur essere rimasta.